La paura irrazionale per qualcosa di cui è irrazionale aver timore si chiama “fobia“.

L’anginofobia è la paura di rimanere soffocati mentre si deglutisce.

Tale paura può riguardare la deglutizione della saliva, delle pillole, del cibo ecc.

Il momento del pasto può diventare una fonte di angoscia per chi ne soffre, tanto da essere vissuto con forte ansia.

L’esordio di questa fobia avviene generalmente intorno ai 12/13 anni e inizialmente sia il soggetto che tutta la famiglia cercano di risolvere il problema da soli, attraverso delle strategie chiamate di “evitamento”, che finiscono, però, per amplificare il problema.

I primi campanelli di allarme sono: la paura di rimanere soffocati da vari oggetti, quali penne, bottoni, piccoli oggetti. Spesso coloro che soffrono di questa fobia hanno avuto un’esperienza traumatica diretta oppure indiretta (per esempio, hanno rischiato di rimanere soffocati da una caramella oppure hanno visto un amico che rischiava di soffocare con un boccone).

Le strategie che vengono messe in atto inizialmente riguardano la selezione di specifici cibi che secondo il soggetto non sono potenzialmente pericolosi. Per esempio, si inizia ad eliminare la carne, poi la pasta, poi il pane fino ad arrivare a mangiare soltanto omogeneizzati. L’alimentazione diventa un pensiero ossessivo tanto da finire per compromettere ogni tipo di relazione e scambio sociale. Più la strategia attuata è quella dell’evitamento, più il soggetto si convince che ogni tipo di cibo è per lui pericoloso.

E se l’evento negativo di rischiato soffocamento capita ad un bambino? Come potrebbero comportarsi i genitori per evitare che possa in seguito trasformarsi in una fobia?

Ecco le semplici ma efficaci strategie da provare a seguire:

– Accogliere la paura che il bambino manifesta cercando di rassicurarlo sul fatto che l’evento accaduto è stato totalmente accidentale e difficilmente ripresentabile.

– Di fronte all’evento che ha causato un trauma come quello di poter soffocare a causa di un cibo, occorre far vivere un’esperienza emotiva positiva e correttiva con lon stesso tipo di cibo.

– Non proporre alternative rispetto alla scelta degli alimenti ed alla loro solidità, per non alimentare la fobia.

– Cercare di rendere il pasto un momento il più sereno possibile.

Se la difficoltà persiste, chiedere aiuto a un professionista qualificato.