Il matrimonio è considerato come una possibilità di sviluppo della persona  in “grado di guarire vecchie ferite” . Si caratterizza per i conflitti e per la cooperazione;  queste sono caratteristiche di tutte le relazioni umane.

I matrimoni sono diversi tra di loro sia nel grado di soddisfazione che le coppie ottengono sia per il grado di soddisfazione che invece cercano. La stabilità che possono ottenere dipende da quanto ciascuno dei due membri della coppia risponde ai bisogni ed alle  aspettative dell’altro. La differenza tra un matrimonio soddisfatto ed uno no, è una differenza di grado e non di qualità.

E’ un’occasione di crescita e di risanamento di vecchie ferite, proprio perché, come ogni relazione è attraversato da conflitti e da aspetti di soddisfazione. 

Non esiste un matrimonio senza conflitti ma risolvere i conflitti permette di crescere e di svilupparsi. Per la maggior parte delle persone,  la decisione conscia di sposarsi è un tentativo per trovare felicità e benessere, piuttosto che risolvere i conflitti. In realtà. quest’ultimo aspetto non è separabile dal primo. 

Nell’analizzare le relazioni, dobbiamo affrontare i principi generali su cui si basano le nostre scelte. 

Il primo principio, secondo l’autore dell’articolo, è che le motivazioni che spingono le persone a sposarsi sono inconsce. Per inconscio, in questo ambito, intendiamo un pensiero, una fantasia, un desiderio, della quale la persona è inconsapevole e puo’ essere mantenuto fuori dalla sua coscienza in modo da non esserne turbato. 

Anche le ragioni dell’innamoramento sono  inconsce; la scelta di un coniuge avviene con rapidità in base ad una conoscenza conscia abbastanza ridotta. Non a caso puo’ capitare che conoscendosi  realmente, si scoprono somiglianze in certi aspetti della propria infanzia, oppure adolescenza. 

Nei legami affettivi ed emotivi intensi, puo’ accadere che la persona affronti la situazione con una varietà di meccanismi auto protettivi, con i quali tende a risolvere desideri non realizzati e fantasie non soddisfatte. 

E’ il caso della proiezione ad esempio, quando cerchiamo di proiettare su altri, idee, pensieri, sentimenti intensi. Questo avviene in tutti i rapporti e soprattutto nel matrimonio. Ci si aspetta che il nostro partner sia capace di esprimere quello che l’altro ha bisogno di proiettare, per renderlo meno minaccioso e più accettabile.

Cosa accade infatti ? Se proietto parti di me in famiglia, non le perdo e siccome sono sperimentate  da una persona amata, possono perdere parte dell’ansietà che di solito producono e con il tempo possono sembrare addirittura soddisfacenti da essere riprese. 

Lo stesso processo puo’ essere visto in azione di un rapporto genitore – figlio, in cui il bambino puo’ esprimere sentimenti che non potrebbe tollerare. Ovviamente se il partner esprime delle parti che per lui sono inaccettabili puo’ comunque aggredirlo e condannarlo perché fa proprio quello che lui vorrebbe . E’ il caso dell’aggressività per esempio.

Un altro meccanismo che puo’ essere attuato è l’identificazione, quindi  scegliere un compagno simile a sé,  per identificarsi e rafforzare la propria immagine.  In queste coppie sono difficili i conflitti ma spesso insorgono difficoltà nella gestione dei figli. 

Il secondo principio che analizziamo, riguarda la complementarietà e la reciprocità dei bisogni, desideri e paure che operano nel rapporto. Cioè , sono entrambi i coniugi a partecipare alla relazione. Entrambi si accordano a livello inconscio su aspetti che devono essere raggiunti. Ci sono aspettative e desideri inconsci che devono essere rispettati e che non sono resi palesi all’altro ma ci aspettiamo che siano soddisfatti e se non lo sono, ci arrabbiamo . 

Cio’ avviene perché i desideri, aspettative e bisogni, derivano da relazioni precedenti che si sono instaurate con le figure di attaccamento durante il periodo dell’infanzia .

Lo stile di attaccamento influenza in maniera così determinante la scelta del partner proprio perché ogni stile implica una serie di attese e timori riguardo ai rapporti interpersonali, in modo che solo un partner con aspettative e timori compatibili potrà essere selezionato . Secondo la teoria dell’attaccamento, quindi, il rapporto che si instaura tra due partner sarebbe sostanzialmente analogo a quello che unisce madre e figlio. La  nascita del legame di attaccamento tra due partner adulti seguirebbe le stesse linee di sviluppo, ricerca di vicinanza, rifugio sicuro, base sicura, previste nell’attaccamento tra madre e bambino. 

Possiamo quindi concludere che come tutti i processi anche l’amore ha una logica, la sua. !!!

Quella che io chiamo teoria dell‘attaccamento è un modo per spiegare le molte forme di malessere emotivo … a cui da origine una separazione non voluta …” (John Bowlby, 1979)

 

In parte, tratto da “Il contratto segreto del matrimonio”di Lily PIncus e Cristopher Dare