Cosa succede se non esprimo quello che sento ? 

Winnicot ha definito il concetto di autocontenimento, riferendosi  a quei bambini che non riescono a chiedere aiuto ed affrontano tutte le emozioni da soli . 

I bambini se non riescono a rivolgersi all’ambiente circostante, chiedendo aiuto e conforto, si autoregolano. Diventano impassibili , perseguendo per la propria strada.

 Alcuni bambini piangono ed esprimono le loro emozioni e fanno in modo che le figure genitoriali percepiscano il loro disagio, mostrando quindi di nutrire fiducia nel loro ascolto e nella loro comprensione .

Vi sono invece bambini che non piangono, che non chiedono di essere presi in braccio  e che tendono ad allontanare la figura genitoriale.  Non mostrano di avere paura, né di nutrire disagio e rabbia, e dopo aver vissuto un’esperienza di disagio continuano tranquillamente ad intrattenersi con i loro giocattoli 

Sono bambini che raramente affermeranno di essere tristi , arrabbiati, infelici. Crescono , con l’idea che chiedere aiuto sia dannoso , perchè nel doversi raccontare agli altri , potrebbero essere fraintesi e rifiutati. 

Sono quei  bambini che credono che le loro emozioni siano piu’ grosse della capacità dell’adulto di ascoltarle, oppure estremamente  dolorose e quindi non tollerabili .

Il lavoro che il bambino compie è duro e faticoso. Si genera in lui una pressione interna volta a controllare quello che prova ed una pressione esterna volta a manifestare apertamente cio’ che sente. 

Le emozioni represse non scompaiono, anzi rimanendo sopite, proliferano  e si manifestano sotto altre forme :

  • Ansia, preoccupazione 
  • Incidenti 
  • comportamenti compulsivi 
  • Disordini psichici e fisici 
  • Pensieri distorti 
  • incubi 
  • malattie 
  • Fobie 
  • ossessioni
  • iperattività  

 Anche per l’adulto vivere a contatto con un bambino che tende a reprime quello che sente è molto stancante . 

Inoltre i bambini/ adolescenti possono reagire alla pressione agendo in vari modi e con comportamenti disfunzionali 

  • disturbi del comportamento alimentare 
  • disturbi di dipendenza
  • ferendo se stessi (autolesionismo) 
  • -guardando tv e ascoltando musica a tutto volume per farle esplodere 

 Tenersi tutto per se, provoca un enorme senso di solitudine. 

Non condividere con nessuno quello che si prova è come  vivere credendo di non essere compresi da nessuno , è  come pensare di non potersi affidare; è come  sentire di potersi meritare la consolazione e la comprensione di qualcuno. 

Da alcuni studi è emerso che i bambini possono iniziare già da un anno ad a reprimere quello che sentono 

Perchè succede? 

  • per proteggere il genitore , soprattutto se le proprie emozioni vengono vissute in modo intenso ed il genitore è percepito estremamente fragile , oppure instabile.
  • perchè conoscono questa modalità e non altre: anche i genitori non condividono le proprie emozioni . Non viene lasciato spazio alla possibilità di manifestare i propri sentimenti. Ad esempio di fronte ad un evento importante come un lutto, viene chiesto al bambino di non piangere. Ci sono famiglie in cui sono accettate le emozioni positive ma non quelle negative. Paura, rabbia e tristezza vengono censurate

Dobbiamo aiutare i bambini e gli adolescenti ad elaborare le loro emozioni per consentirgli di sviluppare un Se’ forte , dove è possibile coniugare dentro di sé, emozioni positive come la felicità e la gioia, insieme alla tristezza ed alla disperazione . Proteggendo i ragazzi da comportamenti compensatori nati per far  credere loro di poter reprimere quello che sentono.  

Affianchiamoli, sosteniamoli, perdiamo del tempo e costruiamo con loro un rapporto di qualità, cercando di comprendere i loro sentimenti . 

Dott.ssa Barbara Calcinai 

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