LE RELAZIONI SENTIMENTALI: IMPEGNO O LIBERTA’?

Non sapeva se lasciarsi andare a ciò che provava oppure fare marcia indietro e fuggire a gambe levate. Lei gli piaceva da sempre. Lo attraeva come una calamita e non soltanto perché la trovava bellissima e affascinante. C’era qualcosa di magnetico in lei che lo attirava inesorabilmente… Eppure, sentiva che doveva scappare, mettere tra loro quanta più distanza possibile, fisica e mentale. Che fare? Iniziare una relazione che si prospettava travolgente oppure chiudersi nel proprio mondo sbarrando la porta a una promessa di futuro che avrebbe finito per assomigliare a una gabbia dorata? Impegno o libertà? Esisteva forse una via di mezzo? Si sentiva dilaniato, attratto allo stesso modo da due poli opposti. Non sapeva scegliere… non poteva scegliere. Gli sembrava di essersi congelato nel cuore dell’inferno.

Le relazioni sentimentali spesso incutono timore e un bizzarro miscuglio di sensazioni ed emozioni difficili da classificare e, ancor più, da nominare. La tensione si gioca tutta tra due poli opposti che esercitano entrambi una forte attrazione sull’individuo: gettarsi anima e corpo in un rapporto a due che può fornire appagamento, calore, sicurezza e accudimento oppure scegliere di arroccarsi nella propria solitudine fatta di libertà, autonomia e nessun compromesso. Due poli antitetici, impossibili da conciliare. Secondo Bauman (2006), le relazioni sono allo stesso tempo “un dolce sogno e un orribile incubo” (p. VI); sono, quindi, ambivalenti, per loro stessa natura, e per questo provocano insieme attrazione e repulsione. Le relazioni sentimentali, per essere durature, necessitano, infatti, di impegno e dedizione da parte di entrambi i partner, ma questo è proprio ciò che fa paura. Come fa notare Bauman (2006), già il termine “relazione” evoca impegno, vicinanza, profondità… la volontà, insomma di intrecciare un rapporto basato sulla conoscenza e la comprensione reciproca, sulla serietà e l’affidabilità del reciproco impegno preso. Serietà, in questo caso, sembra la parola chiave per chi nutre un forte timore nell’immaginarsi “impegnato”, perché in qualche modo si tratta di un termine capace di evocare immagini di indissolubilità, di perdita della propria libertà (di gestire il proprio tempo, di frequentazione ecc.) che evocano ansia. Che dire però al riguardo delle cosiddette “relazioni virtuali”? Continuando a seguire Bauman (2006), esse si contrappongono alle relazioni in carne e ossa perché promettono di essere “più soddisfacenti e appaganti” (p. XII); inoltre, danno l’impressione di essere più facili da iniziare e da interrompere poiché sono equiparate alle “connessioni”, a qualcosa, cioè, a cui si può accedere o da cui ci si può distaccare a proprio piacimento senza provare sensi di colpa. Le “relazioni virtuali” sembrano prestarsi benissimo allo stile di vita post-moderno in cui la velocità è un dovere ormai vissuto come una norma a cui non ci si può sottrarre. Ma davvero questo tipo di relazione o connessione offre maggiori vantaggi delle relazioni faccia a faccia? Non secondo Bauman (2006). Esse, infatti, proprio per la facilità con cui possono essere intraprese o interrotte, sono rapporti superficiali, che non sono in grado di offrire conforto, accudimento e sicurezza, che, paradossalmente, sono invece i bisogni che spingono gli individui a ricercare relazioni di coppia. Le “relazioni virtuali” possono generare confusione e ansia perché, sul lungo periodo, non si rivelano poi così soddisfacenti come promettevano di essere, dato che non nascono con lo scopo di essere durevoli. 

L’amore, come la morte, ci dice Bauman (2006) è un evento unico e irripetibile. Definitivo, certo. Ci si può innamorare più volte nel corso della vita, mentre si può morire una sola volta, ma ogni storia d’amore sarà diversa e quindi unica, irriproducibile. “In ogni amore, ci sono almeno due esseri, ciascuno dei quali è la grande incognita nelle equazioni dell’altro.” Scrive Bauman (2006, p. 11). Ci potremmo chiedere in che senso si parla di incognita. La risposta potrebbe essere che intrecciare una relazione romantica è sempre un affidarsi all’altro, che ancora non si conosce a fondo e di cui inizialmente conosciamo soltanto il potere che esercita su di noi in termini di attrazione fisica e affinità di pensiero; è un accordare fiducia all’alterità, aprirsi per poter ricevere… un salto nel buio, in certo senso, eseguito con lo slancio della speranza e dell’eccitazione, verso una promessa di condivisione fisica e psicologica.

Le relazioni fanno paura, abbiamo detto. La maggior parte delle persone innamorate supera il blocco generato dalla tensione dei due opposti poli e riesce a instaurare relazioni sufficientemente soddisfacenti per i propri standard di vita. Quando questo non avviene e si genera nell’individuo o nella coppia una forte sofferenza emotiva o un disagio psicologico, può essere opportuno rivolgersi a un professionista qualificato in grado di accogliere le problematiche e accompagnare i partner lungo il loro percorso evolutivo.

Riferimento bibliografico

Bauman, z. (2006). Amore Liquido. Bari – Roma: Editori Laterza.

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