Nel corso del tempo il matrimonio ha subito delle trasformazioni e da fatto sociale è divenuto un’impresa individuale . Al centro si pone la coppia e la relazione. La famiglia perde forza, mentre acquistano valore la fedeltà, l’attrattiva sessuale, il coinvolgimento affettivo e la comunanza di interessi.
Anche il fidanzamento ha perso quasi del tutto la sua valenza come periodo di passaggio. Cio’ che interessa adesso e’ la relazione di coppia che viene quindi investita di enormi aspettative. Una relazione di coppia investita da alte richieste e fortemente idealizzata, ecco perché soggetta frequentemente a delusione.
Il matrimonio e la relazione coniugale si fondano su un patto fiduciario che trova la sua massima espressione nel matrimonio stesso. La costruzione del patto fiduciario (o patto coniugale) genera, sviluppa e organizza la relazione e ne definisce anche la fine. Il problema del patto emerge sempre, anche nei casi di divorzio ed adozione.
Il patto matrimoniale però non si esaurisce solo in quello che viene dichiarato, esiste infatti un non detto che sorregge inconsapevolmente la base affettiva, la scelta reciproca ecc ed è il patto segreto.
Il patto dichiarato richiama la valenza etica di vincolo reciproco, come momento di fedeltà, di prendersi cura e di rimanere al fianco dell’altro. Il patto segreto invece è un misto di bisogni, di aspettative, di speranze e si collega alla vita pregressa di ognuno dei partner. Il cuore del patto è costituto dalle esigenze affettive. Il patto segreto può ‘ essere :
Patto segreto praticabile: I partner, attraverso la loro unione soddisfano bisogni affettivi reciproci. Il patto praticabile risulta flessibile, perché può essere riformulato secondo il mutamento dei bisogni affettivi e delle attese delle persone lungo il percorso di vita. Il patto segreto praticabile, proprio per la sua capacità adattativa, può cambiare in funzione alle mutevoli situazioni del ciclo di vita della famiglia e riesce a fronteggiare e superare le crisi ed i compiti di sviluppo della coppia coniugale.
-Il patto segreto impraticabile: non esiste un patto segreto, perché l’intesa è nulla e lo scambio è impossibile. Nel patto impraticabile, l’altro nella sua realtà e nel suo bisogno non è percepito e il mondo psichico della coppia è costituito da sfruttamento reciproco sulla base dei bisogni esclusivamente individuali.
-Il patto segreto rigido:  lo scambio avviene, ma nell’evoluzione dei bisogni reciproci l’intesa segreta si consuma. Nel patto rigido quando si è esaurita la soddisfazione di quella particolare forma di incastro tra i vari bisogni dei partner, si genera la corrosione del legame. E’ il caso di due coniugi che concentrano tutte le loro risorse ed interessi nell’educazione di un figlio, trascurando i compiti di sviluppo sul piano coniugale. Quando il figlio diviene adulto e forma una sua famiglia lasciando quella di origine, i genitori, che rigidamente non riescono a riscoprirsi parter, si separano.
Il modo in cui la coppia riesce a superare gli eventi critici dipende dalla confluenza tra il patto dichiarato e il patto implicito. L’obiettivo di ogni coppia è la costruzione di un patto coniugale che si attui e mantenga viva la la confluenza tra i due patti, cioè occorre costruire un terreno comune dove quella coppia possa esprimere liberamente le proprie caratteristiche etiche e morali.
Quando il patto è assunto, praticabile e flessibile, consente la costruzione di una coppia felice. Il funzionamento ottimale è in divenire e non un punto di partenza o una situazione statica. In tutti gli altri casi le situazioni sono difficoltose da gestire.
Si delineano coppie creative che riescono a far nascere un corpo condiviso di coppia e a sostenerlo, accettando ambiguità nei confronti dell’altro. L’altro, il coniuge è visto come soggetto degno di fiducia e di stima.
Il compito di ogni coppia è far confluire i due patti su un terreno comune. Questo è un lavoro che tutti devono compiere.
La rottura del patto, in alcuni casi è molto difficile, come ad esempio nei divorzi. Avviene l’instaurarsi di quello che Cigoli chiama il legame disperante, quando uno dei due non riesce a cedere alla fine del matrimonio.

(Vittorio Cigoli, Il famigliare. Legami, simboli e transizioni