GENITORIALITA’ E FAMIGLIE RICOMPOSTE

… Avevo capito subito, anche se ero molto piccola (avevo circa cinque anni) che la mia famiglia non era proprio come quelle delle mie amichette. Prima c’erano mamma, papà e mio fratello maggiore. Il sabato andavamo tutti insieme a fare la spesa, la domenica d’inverno andavamo spesso al cinema, in primavera facevamo delle gite e d’estate si andava al mare… Era una famiglia dritta come un fuso, come il campanile della chiesa, che mi sembrava tanto solido e inamovibile… Poi, all’improvviso, c’eravamo io, mio fratello e la mamma oppure io, mio fratello e papà e la mia famiglia mi sembrava che si afflosciasse su se stessa, che si ripiegasse e rimpicciolisse sempre di più… poi di nuovo un cambiamento: c’eravamo io, mio fratello, la mamma, il nuovo compagno della mamma e Luca, il suo bambino di quattro anni, oppure c’eravamo io, mio fratello, papà, la  nuova moglie di papà e la loro figlia appena nata, cioè nostra sorella per metà… insomma, la mia famiglia si stava allargando in fretta, ma non era più dritta e solida come il campanile, mi sembrava, invece, tutta sghemba e morbida come il pongo, sempre diversa… Ogni tanto lo dicevo a mio fratello:

«Giovanni», dicevo «non ti sembra che la nostra famiglia sia tutta storta?»

«Un po’», mi rispondeva lui, «Ma noi due rimaniamo insieme, non ci dividiamo.»

Io allora annuivo e sentivo che poteva ancora andare tutto bene…

E’ soprattutto dalla legalizzazione del divorzio, avvenuta il primo dicembre del 1970, che anche in Italia si è assistito a un veloce e spesso destabilizzante cambiamento nel tradizionale assetto familiare. Se prima la famiglia era necessariamente composta da padre, madre e prole, adesso la struttura familiare si è talmente flessibilizzata da contenere al suo interno anche famiglie monogenitoriali, famiglie omosessuali o bisessuali e famiglie ricomposte o ricostituite, cioè tutte quelle famiglie in cui uno o entrambi i membri della coppia hanno alle spalle una precedente esperienza di convivenza o matrimonio. Le famiglie ricostituite, spesso chiamate anche famiglie allargate, presentano delle caratteristiche e delle peculiarità rispetto alla famiglia tradizionale che le possono rendere maggiormente suscettibili di vulnerabilità e fragilità, ma anche maggiormente flessibili e predisposte al cambiamento. Due individui che decidono di formare una nuova famiglia avendone entrambi alle spalle una precedente costruiscono un nuovo nucleo familiare dopo aver de-costruito il precedente nucleo di cui facevano parte (State of Mind, 2021). Il nuovo nucleo familiare, oltre alla coppia, è spesso formato dai figli che i partner hanno avuto dalle loro precedenti unioni e/o dagli eventuali figli biologici della nuova coppia. La situazione si complessifica ulteriormente se i figli avuti dalle precedenti unioni sono in affido all’altro genitore e quindi non vivono giornalmente la nuova vita familiare, ma entrano a farne parte soltanto nei weekend o per le vacanze. Per i figli, soprattutto se piccoli e se è presente un fratello o una sorella nati dalla costituzione della nuova coppia, può essere difficile e destabilizzante vivere la nuova situazione familiare e capirne le delicate dinamiche. Non è inusuale, quindi, che si inneschino forme di gelosia nei confronti dei figli biologici della nuova coppia, percepiti come “più fortunati” perché hanno la possibilità di vivere sia con il padre che con la madre e più meritevoli di attenzioni speciali perché più piccoli. Gelosia, tristezza e nostalgia possono andare a formare un mélange emotivo che può riempire di sofferenza inespressa la vita quotidiana dei piccoli della famiglia. Difficile e ambivalente può farsi anche il rapporto con il nuovo partner della madre o del padre, che non può andare a sostituire il genitore biologico affettivamente né a livello educativo, ma che non può nemmeno rimanere una figura di secondo piano, quasi di sfondo. È importante, in questi casi, che il genitore biologico non sminuisca né screditi l’ex partner, a cui il figlio è naturalmente legato da vincoli affettivi e di lealtà, ma nemmeno il nuovo partner che, con il tempo e con modalità di approccio rispettose e non invadenti, potrà diventare comunque una valida figura di riferimento per il bambino. Grande attenzione dovrà essere posta dalla nuova coppia nella gestione dell’educazione di tutti i bambini presenti in famiglia: stili educativi opposti e inconciliabili, infatti, susciteranno tensioni, diverbi, non rispetto delle regole e delle figure genitoriali, andando a sbilanciare ancora di più un equilibrio fragile e precario. Ma come creare una nuova routine familiare in cui tutti possano trovarsi a loro agio, svolgere un ruolo e vivere nella maggior serenità possibile? Risulta fondamentale che la nuova coppia sia motivata ad elaborare la perdita del “fallimento” delle precedenti relazioni e a voler costruire un nuovo senso di appartenenza alla famiglia ricostituita, fondandone le basi tramite nuove tradizioni da costruire insieme (anche con i figli), nuovi rituali, nuovi interessi da condividere e, se necessario, nuove modalità comunicative più orientate all’ascolto e all’accettazione. La flessibilità della famiglia allargata può rivelarsi la sua migliore risorsa perché la rende permeabile al cambiamento e all’evoluzione. 

Quando ritrovare un equilibrio accettabile in seno alla famiglia ricostituita diventa troppo difficile o doloroso, è possibile rivolgersi a un professionista qualificato, con esperienza anche nella terapia di famiglie allargate, per riscoprire le risorse del nuovo nucleo familiare e rimettere in movimento l’evoluzione del ciclo vitale della famiglia.

Riferimento bibliografico:

Calcinai, B. & Savelli, L. (2021). Pensieri quasi quotidiani di una Psicologa sulla famiglia. Wondermark (reperibile su Amazon).

Riferimento sitografico:

https://www.stateofmind.it/2021/12/famiglie-ricomposte-natale/

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