PAURA DI AMARE

… In un certo senso gli altri li invidiava, pur non capendoli, per la loro capacità di perdere la testa, di farsi ammaliare completamente e trascinare nella girandola della follia amorosa fatta di esaltazione e disperazione, tormento ed estasi. Non che il sesso non gli piacesse, anzi… ma la testa non la perdeva mai, gli restava ben attaccata sul collo. Quelli che s’innamoravano di continuo, poi gli sembravano proprio matti! C’era qualcosa nelle loro passioni che li rendeva ciechi alla realtà e preda di emozioni incontrollabili. A lui non era mai successo e forse era meglio così.

Dell’amore, dell’innamoramento, delle cotte, delle passioni tutti ne parlavano, tutti ne scrivevano, tutti dicevano che non se ne poteva fare a meno, che la vita senza amore perdeva il suo sapore, il suo incanto, la sua magia… eppure lei sentiva che c’era pericolo nelle passioni troppo forti e questo l’aveva sempre frenata dal lasciarsi andare completamente. Si era sempre tutelata da un eccesso di sofferenza. Forse si era, allo stesso tempo, privata di una buona misura di felicità, ma non le importava. Non voleva rischiare di pagare un prezzo troppo alto per qualcosa che nessuno poteva garantirle che sarebbe durato per sempre.

L’amore è una spinta motivazionale molto forte, ci conduce inesorabilmente nell’orbita gravitazionale delle persone che ci attraggono e lì ci trattiene, girando intorno all’oggetto del nostro desiderio come un satellite intorno al suo pianeta. Poiché la vita non è una favola a lieto fine, spesso la passione amorosa, anche se corrisposta, assomiglia a una corsa sulle montagne russe, con picchi di estasi indescrivibili e abissi da cui sembra impossibile risalire. La maggior parte delle persone è comunque disposta a scommettere sull’amore: la posta in premio, infatti, non è soltanto un fugace appagamento fisico ma il calore di una relazione tra due anime affini, la condivisione di esperienze, la costruzione di una nuova storia in cui non si è più da soli ma in due ad affrontare il mondo e le incognite dell’esistenza. Eppure, non tutti sono capaci di innamorarsi, di lasciarsi sommergere da quel trasporto emotivo che è la spinta propulsiva per l’inizio di una relazione romantica. A qualcuno innamorarsi sembra addirittura stupido, perché non facendosi contagiare dal caleidoscopio emotivo della passione amorosa, diventa difficile comprendere il comportamento apparentemente irrazionale degli innamorati. Ma cosa si nasconde dietro a questa incapacità di amare? Se la posta in gioco è il sostegno reciproco, un aumento di benessere e la conferma di sé stessi, perché alcune persone scelgono di non “giocare” e rimanere a osservare dall’esterno, ben sapendo di andare incontro a un maggior livello di solitudine? Le cause possono essere svariate. Aver paura di innamorarsi può, per esempio, dipendere da una (spesso non riconosciuta) paura entrare in contatto intimo con l’altro che potrebbe, nel tempo, venire a conoscenza dei nostri difetti, di quanto desideriamo tenere celato agli occhi del mondo, delle nostre insicurezze. Non necessariamente chi teme l’intimità è una persona poco socievole o poco brillante in società, ma certamente è il tipo che mantiene le sue relazioni a un certo livello di profondità e non va mai oltre, per non incorrere nel rischio che gli altri vedano ciò che non desidera sia visibile. Altre persone sono talmente prese dal loro lavoro, da un hobby (il collezionismo, per esempio) o da altri interessi (sport a livelli agonistici, danza, musica, volontariato ecc.) che non trovano il tempo per dedicarsi anche all’amore, che viene relegato in un angolo, come qualcosa a cui casomai ci si dedicherà in un indefinito e nebuloso futuro, quindi senza mettere in campo una vera progettualità. Alcuni disturbi di personalità, come quello “evitante” rendono l’individuo come insensibile alle lusinghe di una relazione romantica a causa delle esperienze precoci con le principali figure di attaccamento dell’infanzia, che non sono state in grado di trasmettere un sufficiente livello di fiducia nel bambino, il quale ha imparato molto presto a contare soltanto su di sé per i suoi bisogni e a sviluppare un alto livello di diffidenza nei confronti degli altri. Anche un basso livello di autostima può rendere problematico l’innamoramento e far rifuggire tutte quelle occasioni sociali in cui è possibile fare nuove conoscenze: se non ci sentiamo abbastanza attraenti, abbastanza simpatici o abbastanza intelligenti e siamo costantemente preoccupati nel cercare di nascondere quelle che riteniamo macroscopiche imperfezioni, difficilmente saremo in grado di provare attrazione verso un’altra persona, tutti presi come siamo dai nostri ipotetici difetti. Infine, anche il terrore di affidarsi completamente a qualcuno che però, in qualunque momento, potrebbe abbondonarci, può fungere da deterrente e tenerci ben lontani dall’amore, preferendo il dolore conosciuto della solitudine a quello sconosciuto e non controllabile dell’abbandono.

Stare sufficientemente bene con sé stessi è il primo passo da compiere per poter poi innamorarsi senza troppi timori e ansie. Quando da soli non è possibile riuscire a superare ostacoli e impedimenti alla nostra crescita personale è opportuno rivolgersi a un professionista che sarà la guida che rischiara la via verso la meta.

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