LA COPPIA E LA NASCITA DI UN FIGLIO

… I primi anni di convivenza erano volati via in una girandola di bellissime emozioni colorate dall’entusiasmo di una nuova avventura da condividere insieme, di un nuovo viaggio da affrontare mano nella mano. Avevano comprato casa e si erano sbizzarriti nella sua ristrutturazione, per renderla unica e il più possibile vicina ai loro gusti. Avevano organizzato viaggi e feste con gli amici; erano andati alla scoperta di nuovi locali e ristoranti; avevano assistito a concerti, spettacoli teatrali, inaugurazioni di mostre, convegni e molto altro. Si erano dedicati entrambi alla carriera, ricercando un equilibrio soddisfacente tra il tempo da dedicare al lavoro e quello da dedicare a loro due come coppia… poi il desiderio, l’esigenza di avere un figlio si era insinuata prepotente nella mente di entrambi, così avevano cominciato a “provarci” e la spontaneità del sesso ne aveva un po’ risentito. Ma ne era valsa la pena perché dopo appena pochi mesi ecco che il desiderio si era avverato: aspettavano un bambino!

Ora quel bambino, quell’esserino minuscolo, roseo e morbido aveva finalmente visto la luce e un turbine di sensazioni contrastanti invadeva le loro giornate: sarebbero riusciti a essere “bravi genitori”? La loro coppia sarebbe sopravvissuta a quel radicale rivoluzionamento della quotidianità?

In un precedente articolo abbiamo affrontato il tema della genitorialità, del legittimo desiderio della coppia di procreare un figlio o anche di adottare un bambino, nell’impossibilità di generare un figlio naturalmente oppure per il desiderio di adottare un bambino pur avendo figli propri. Qui vogliamo, invece, riflettere sui cambiamenti che la coppia si trova a dover affrontare nel momento in cui il bambino tanto desiderato, immaginato e sognato viene finalmente al mondo, reclamando prepotentemente attenzione, tempo, spazio e risorse economiche. La scena più sopra descritta ci porta all’interno di una coppia affiatata, innamorata ed entusiasta che, con il passare del tempo sente il bisogno di generare un figlio, a coronamento di una storia che si sta naturalmente evolvendo. Paure e timori nel momento in cui il piccolo si affaccia alla vita sono naturali e fisiologici nei neogenitori. Non esiste, infatti, il manuale del “genitore perfetto a cui aggrapparsi affinché tutto scorra liscio e semplice come in un film a lieto fine. A queste comprensibili apprensioni, a complicare la vita della coppia si aggiungono tutti quei cambiamenti, grandi e piccoli, che hanno il potere di rivoluzionare, non soltanto la routine quotidiana anche se ben collaudata, ma di perturbare gli equilibri che fino ad allora sono stati funzionali al buon procedere della relazione. Prima della nascita del figlio i due partner della coppia hanno una responsabilità reciproca e una responsabilità verso stessi di felicità e soddisfazione e possono dedicare molto tempo e attenzioni alla vita di coppia; tutto questo, inevitabilmente, si complica con la nascita di un bambino che necessita di cure e attenzioni immediate. Ciò che prima era possibile pianificare con una certa semplicità, diventa ora quasi impossibile: gli orari della famiglia devono adeguarsi a quelli del neonato; gli imprevisti sono all’ordine del giorno; le attività legate all’accudimento sono molte (nutrimento, igiene, addormentamento, visite mediche ecc.) e necessitano di cura e attenzione; il sonno dei neogenitori è più volte interrotto dalla necessità del piccolo di essere nutrito e cambiato; infine, l’intimità di coppia sembra inesorabilmente sepolta dalle incombenze quotidiane e dalla mancanza di spazio, non soltanto di tempo, perché il bambino è sempre con almeno uno dei due genitori. Se l’arrivo di un figlio, per quanto desiderato e pianificato, ha sempre portato turbamento negli equilibri familiari, ciò è tanto più vero oggigiorno, in cui le famiglie sono di tipo nucleare e generalmente si ritrovano ad affrontare tutti i repentini cambiamenti innescati dal lieto evento in solitudine. Nonni, zii e altri familiari desiderosi di dare una mano, infatti, per quanto presenti, solitamente non vivono nella stessa casa della coppia, che si trova così a dover trovare un nuovo equilibrio con le proprie risorse. Se la coppia “funzionava” bene prima della nascita del bambino, è probabile che avrà le necessarie risorse a cui attingere per ristabilire un nuovo equilibrio familiare; se, invece, la coppia viveva un momento di difficoltà o incomprensione già prima della nascita del figlio, allora è più probabile che le cose possano peggiorare e che ci sia bisogno dell’intervento di un professionista qualificato. E’ importante tener presente che l’arrivo di un figlio in seno a una famiglia è un momento delicato per tutti: per la madre, perché il post-partum e l’allattamento possono generare stanchezza, preoccupazione e senso di inadeguatezza; inoltre, come donna, la madre può sentirsi trascurata dal partner, magari molto assorbito dal figlio; per il padre, che può sentirsi trascurato dalla compagna se percepisce tutte le sue attenzioni monopolizzate dal bambino; per la coppia in quanto tale, non più in grado di ritrovare i suoi spazi e i suoi tempi. E’ dunque di fondamentale importanza che i due partner si sforzino di ritagliarsi del tempo per sé, sia a livello individuale, che come coppia, anche se inizialmente ciò sembra impossibile. Ancora più importante, però, è che i due partner continuino a comunicare in maniera efficace, esprimendo senza tema preoccupazioni, dubbi e necessità e continuino a mostrarsi reciproco rispetto affetto e comprensione.

Riferimento bibliografico:

Calcinai, B. & Savelli, L. (2021). Pensieri quasi quotidiani di una psicologa sulla famiglia. Wondermark (reperibile su Amazon, Ibs e La Feltrinelli).
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