Il fascino dei Social Media: quando restare connessi è tutto

… Accedere a Instagram e a Facebook era come accedere a un universo parallelo, ma cento volte più stimolante, sorprendente, colorato e reattivo di quello fisico. Le bastava un semplice click per ritrovarsi in contatto con milioni di persone con cui poter interagire in qualsiasi momento del giorno e della notte, per poter esprimere le sue idee, condividere notizie, foto e video, per potersi aggiornare su tutto… per poter osservare la vita degli altri da una finestra virtuale ma legittima.

… Le relazioni interpersonali faccia a faccia erano faticose, almeno per lui. Gli era sempre costato molto sforzo doversi interfacciare con le persone, sia con i coetanei che con gli adulti, uno sforzo di cui avrebbe fatto volentieri a meno. Poi era arrivata la pandemia e, mentre tutti si lamentavano in continuazione delle restrizioni che limitavano molto gli scambi in presenza, lui in segreto era stato contento di questo “effetto collaterale”. Finalmente era legittimato agli scambi virtuali! Si collegava a Facebook, a Instagram o a altre piattaforme social e il gioco era fatto!  Negli scambi virtuali era piuttosto competente: era incisivo, arguto, rispettoso ma assertivo; perciò, gli piaceva molto interagire da remoto. Le relazioni faccia a faccia erano molto sopravvalutate!

Da anni l’accesso alle risorse di Internet ci permette di rimanere aggiornati in tempo reale, di trovare le informazioni di cui abbiamo bisogno in pochi secondi, di scaricare e caricare materiali di ogni tipo (scritti, audio, foto e video), di fare ricerche, di individuare luoghi fisici attraverso mappe ecc. Senza prendere in considerazione la veridicità di tutte le informazioni che possiamo reperire in rete, è certo che l’accesso a Internet ha cambiato in meglio la vita a milioni di persone, sia a livello professionale che di studio, a costi contenuti. L’avvento delle App di messaggistica istantanea e di quelle per rimanere in contatto con amici e parenti sparsi in tutto il mondo ha apportato in più la possibilità di intrattenere rapporti interpersonali anche con persone che non avremmo la possibilità di frequentare in presenza perché vivono molto lontano da noi, di riallacciare i rapporti con amici che abbiamo perso di vista, di conoscere migliaia di persone nuove e di poter pubblicare i nostri pensieri, le nostre foto e i nostri video in tempo reale, nonché di poter “osservare” le vite pubbliche degli altri tramite l’accesso ai loro profili social e ai contenuti che condividono. La prima cosa che ci possiamo chiedere è: “Quanto di reale viene pubblicato quotidianamente dagli utenti sui loro account social e quanto, invece, è legato a un globale desiderio di mettersi in mostra, di apparire al meglio (belli, ricchi, efficienti, apprezzati, conosciuti ecc.)?” Un’altra questione è, invece, legata alla paura delle relazioni interpersonali vissute anche sul piano fisico, che spinge migliaia di persone più o meno giovani a interagire prevalentemente online e non di persona, complice la possibilità di nascondersi dietro pseudonimi, avatar e falsi profili. Infine, emerge un problema di “dipendenza” anche riguardo all’utilizzo indiscriminato delle piattaforme social. Pur non essendo ancora annoverata tra te dipendenze, la Social Media Addiction (Tutgun- Ünal, 2020), presenta una “sintomatologia” che la avvicinano per molti aspetti alle dipendenze classiche. 

Craving, grande quantitativo di tempo quotidiano speso dall’individuo nell’interazione sulle piattaforme social, impossibilità di “sconnettersi”, sbalzi d’umore, sviluppo di tolleranza e sviluppo di difficoltà in ambito professionale, sociale e relazionale, rendono quella da social media un’effettiva dipendenza. Certamente, la soluzione non può essere quella di bandire ogni piattaforma social dalle nostre vite perché, come tutti gli strumenti tecnologici, i social presentano svariati vantaggi che ci aiutano a vivere meglio: ci permettono di mantenere i contatti con chi è lontano e di stringere nuove conoscenze; offrono alle persone più timide l’occasione di sperimentare la loro assertività condividendo un post o commentando quello di qualcun altro; ci danno la possibilità di trovare gruppi di persone a noi affini per gusti e interessi; infine, possono presentarci l’opportunità d’imparare qualcosa di nuovo (esistono molte pagine Facebook valide su molte tematiche). Che fare, allora? Come per molte cose, tutto ruota intorno alla “misura”: è importante imparare fin da giovanissimi a utilizzare i social in una modalità adeguata, sia per studio e per lavoro che per svago. Alcuni consigli utili possono essere:

. non portarsi a letto il cellulare, ma preferire la lettura di un libro o di una rivista, oppure l’ascolto di musica, prima di addormentarsi.

. Lasciare il cellulare in un’altra stanza quando siamo impegnati in un’attività che richiede concentrazione.

. Incrementare le occasioni sociali (cinema, uscite con gli amici, gite ecc.), durante le quali lasciare in disparte il cellulare.

. Trasformare le attività virtuali in attività in presenza: per esempio, se amate la lettura e seguite pagine legate ai libri, unitevi a un gruppo fisico di lettura; se amate l’arte e seguite pagine sulla pittura, andate in giro per mostre e musei.

Se “sconnettervi” dai social vi risulta proprio impossibile, rivolgetevi a un professionista qualificato per riportare equilibrio e benessere nella vostra vita. 

Tutgun-Ünal, A.; “Social media addiction of new media and journalism students”; The Turkish Online Journal of Educational Technology, 2020, vol. 19 (2).

Per consulenze e appuntamenti:

cellulare: 328.7623328 

e-mail: studio@barbaracalcinai.it

Immagini Pexels