Parlare di coppia presuppone capire come la coppia si costituisce e soprattutto come si scelgono le persone. Il partner si sceglie sulla base di elementi complessi che sono in parte legati a bisogni fondamentali dell’uomo, in particolare quello di accudimento e quello sessuale.
Il bisogno di accudimento è legato al bisogno di prendersi cura delle persone più deboli; si sta insieme per paura di essere soli e di essere lasciati senza una guida di riferimento. Si ricerca sicurezza attraverso il sistema dell’attaccamento .
Il bisogno sessuale invece, è legato alla conservazione della specie, mediante la riproduzione e con la condivisone di una progettualità procreativa.
In generale, piu’ è stata soddisfacente la relazione primaria con la famiglia ed in particolare con la figura di riferimento, piu’ la relazione da adulti sarà soddisfacente.
La scelta del partner puo’ avvenire anche per un mandato familiare trasmesso dalla famiglia di origine, corrispondente a delle aspettative che possono essere sia implicite che esplicite.
Se il mito familiare prevale sui bisogni personali, questo guiderà la scelta del partner che sarà “idoneo “ e volto a soddisfare il mito . Se invece, il mandato viene rifiutato dall’individuo e l’atteggiamento messo in atto è quello di ribellione, la scelta del partner avverrà per soddisfare i bisogni individuali ed il partner avrà caratteriste opposte rispetto a quelle richieste.
La scelta del partner avviene anche perché all’interno della famiglia, sia come osservatori che come partecipanti, siamo all’interno di una relazione che prevede un imprinting percettivo.
La scelta del partner è quindi un continuo gioco di rimandi tra il tentativo di colmare vuoti e pieni, di raggiungere un idealizzato . I valori e le funzioni che sottostanno alla scelta del partner vengono trasmessi attraverso il mito della famiglia di origine. Piu’ il mito è forte e ricco piu’ guiderà la persona nella scelta del partner.
Come qualunque altra scelta, anche quella del partner puo’ modificarsi nel tempo , anche quando la scelta sembra essere libera e non condizionata e si modifica nell’incontro dei miti dell’altro; l’incontro dei miti individuali e di coppia, vengono trasmessi alla generazione successiva in forma modificata e quindi sotto una nuova veste.
Il mandato familiare non è solo un processo di delega, spesso le richieste fatte ai figli sono esplicite e se nella famiglia di origine ci sono dei problemi legati alla relazione , al vissuto di abbandono, alla solitudine anche i figli si caricheranno di un problema che originariamente non era loro. Il conflitto tra i genitori diventa il bagaglio culturale ed il termine di paragone che il figlio userà per costruire e verificare il proprio legame. Si ripete il passato anche senza delega.
Il passato diventa un riferimento per il futuro . La crescita avviene quando il confronto porta alla differenziazione.
Un confronto che è orizzontale (fratelli, sorelle e partner ) e verticale trigenerazionale (nonni, genitori ecc).
L’incontro con il potenziale partner perché abbia successo deve far intravedere la possibilità di dare informazioni su punti problematici del rapporto e sulle possibilità di risolverli.
Questo puo’ avvenire se accanto a comportamenti ripetitivi ci sono fantasie compensatorie idealizzate.
Weiss e Sampson (1993) parlano di coazioni a ripetere, ovvero l’individuo di fronte a relazioni passate non soddisfacenti per le quali ancora non ha risposte , ripeterebbe dei test della relazione per verificare se l’interpretazione è corretta e nel caso non lo fosse si prepara risposte di fuga. L’altro deve in qualche modo superare il test per creare un clima di fiducia.
Due elementi sono di fondamentale importanza:
il riconoscimento di un’esperienza negativa comune
le capacità compensatorie differenti rispetto a problemi di fondo condivisi. Si crea l’aspettativa che l’altro abbia le capacità di compensare le nostre mancanze.
Questa differenza tra il sembrare e l’essere presuppone sempre una ricerca di soddisfazione .
Affinchè una relazione sia salda e matura occorre che entrambi siano coscienti delle proprie aree di separazione che ci differenziano dall’altro e che siano in grado di accettarle.

 

(Claudio Angelo , La scelta del partner, in La Crisi della coppia, A cura di Maurizio Andolfi)