Gaslighting
… Non ti ricordi bene, forse ti sei confusa, le cose non sono andate così, io quel giorno non ero nemmeno a casa…
… Ma sì che hai visto anche tu quello che ha fatto! Eravamo insieme e mi ricordo benissimo che ne parlammo subito dopo…
… Certo che hai spostato tu le chiavi dell’auto! Non te lo ricordi perché sei molto distratto in questo periodo e non sai quello che fai…
… Non è successo nulla di grave, è stata una sciocchezza da nulla che tu stai esagerando nel tuo modo sempre così drammatico di presentare gli avvenimenti…
… Ti sbagli, non ho affatto preso i tuoi soldi, li hai spesi tu l’altro giorno ma non te lo ricordi più, come sempre…
Queste frasi sembrano innocue espressioni quotidiane che forse qualche volta abbiamo utilizzato anche noi – chi non si è mai irritato, per esempio, per un ricordo non condiviso o per una diversa percezione della salienza di un evento almeno una volta nella vita? – e che non sembrano nascondere intenzioni malevole. Tuttavia, se frasi simili vengono utilizzate intenzionalmente e ripetutamente ai fini di influenzare il comportamento e/o lo stato d’animo di un’altra persona, si può parlare di gaslighting. Questa espressione inglese (letteralmente, “accendere il gas”) deriva da un dramma teatrale di Patrick Hamilton del 1938, “Gas light”, appunto, poi adattato come film ben due volte, nel 1940 e nel 1944 da George Cukor – in Italia questo secondo film è uscito con il titolo “Angoscia” -. Nel dramma, un marito cerca di convincere la moglie di essere impazzita manipolando l’ambiente e la sua percezione degli eventi per portarle via dei gioielli che ha ereditato. Il gaslighting è, dunque, una sottile manipolazione che viene messa in atto intenzionalmente nei confronti di un’altra persona per perseguire un vantaggio personale. Si tratta, a ben vedere, di una forma di violenza indiretta, in cui si screditano le sensazioni, le emozioni ma anche i ricordi e le percezioni della propria vittima, portandola a dubitare di sé stessa e della propria sanità mentale. Sebbene sia un fenomeno che si riscontra nelle relazioni di coppia, il gaslighting può avvenire anche in ambito lavorativo (costante screditamento del lavoro effettuato da una persona); in ambito familiare tra genitori e figli (invalidare costantemente percezioni e sensazioni del bambino) e, infine, anche in ambito sanitario (un medico o operatore sanitario che minimizza ripetutamente i sintomi riportati dal paziente e non gli dà il giusto peso). Il gaslighting è una forma di manipolazione molto raffinata e che si insinua nella relazione quando essa è già ben avviata. Inizialmente il gaslighter si mostra gentile, sollecito, premuroso nei confronti di quella che poi diventerà la sua vittima, la quale inizierà a fidarsi. Poi, subentra la manipolazione dell’ambiente, della percezione e dei ricordi, ma poiché la vittima ha imparato a fidarsi del manipolatore, che sembra sempre così attento ai suoi bisogni, inizia a dubitare di sé stessa e di ciò che prova. Il gaslighting è una forma di abuso psico-emotivo che può avere forti ripercussioni sulla salute psicofisica di chi lo sperimenta.
Ansia, depressione, abbassamento dell’autostima, perdita di performance lavorativa, aumento del livello di stress, burnout, confusione mentale e senso di colpa possono tutti essere sintomi che si innescano nella persona che subisce gaslighting.
Il gaslighter, che ricerca il potere nella relazione e il controllo totale di essa, riesce a indurre nella vittima una sorta di dipendenza psicoemotiva, per cui la vittima si affida al manipolatore, di cui si fida e che ritiene protettivo, per qualsiasi interpretazione della realtà e dei suoi stessi stati d’animo. Riconoscere di essere vittima di gaslighting non è sempre facile, pertanto risulta importante, come prima cosa, chiedersi se la relazione che siamo vivendo (o il rapporto d’amicizia, di lavoro ecc.) è soddisfacente e ci fa stare bene, oppure se ci procura disagio, sofferenza e ansia. Da qui si può partire per cercare di fare chiarezza nel proprio caos emotivo ed eventualmente richiedere un supporto psicologico, che favorirà:
- L’elaborazione del disagio e della sofferenza;
- La presa di coscienza di essere vittima di gaslighting;
- La delimitazione dei propri confini;
- Il potenziamento della propria autostima.
Riferimenti bibliografici:
. Thomas, L. (2018), Gaslight and gaslighting, Movies of the Mind, Vol.5 (2), DOI: 10.1016/S2215-0366(18)30024-5
. Stern, R., & Welsh, D. (2019), Gaslighting: An emergent clinical construct, Australian and New Zealand Journal of Psychiatry, 53(12), 1157-1160.
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