La violenza di genere e lo sguardo sistemico – familiare
La violenza perpetrata contro le donne è sia una scottante e drammatica questione che riguarda i diritti umani, che una problematica relativa alla salute pubblica; essa, infatti, può colpire qualsiasi donna, a prescindere dal ceto sociale e dal livello economico o culturale.
Perché è utile uno sguardo sistemico-familiare
L’approccio sistemico-familiare ci può aiutare a leggere la violenza come un fenomeno complesso che non è il drammatico risultato di un problema individuale, ma, appunto, un fenomeno che prende corpo nelle relazioni, nei ruoli familiari, nelle aspettative e nelle norme che la sostengono e la riproducono, in un circolo vizioso che si autoalimenta. Tale approccio si colloca bene all’interno del paradigma ecologico proposto da Lori L. Heise(1998), secondo cui la violenza contro le donne si costruisce su più livelli: individuale, relazionale, comunitario e sociale.
Come si declina nella pratica clinico‐terapeutica
Impatti e conseguenze
Le vittime sperimentano un drammatico impatto sul corpo, sulla mente e nella qualità delle loro relazioni: ansia, depressione, sintomi somatici e disturbi da trauma complesso possono essere le conseguenze di una violenza domestica subita e sopportata per anni. Se la coppia ha dei figli, anche se non direttamente vittimizzati, ma che sono esposti alle violenze subite dalla madre,essi possono finire per interiorizzare modelli relazionali disfunzionali, nonché assorbire la normalizzazione della violenza; oppure possono sentirsi corresponsabili e impotenti, finendo per colpevolizzarsi. Anche i membri della rete familiare possono contribuire, seppur spesso inconsapevolmente, alla normalizzazione o alla silenziosa accettazione della violenzadomestica subita dalla donna, avallando comportamenti controllanti e coercitivi, oppure non prendendo posizione se testimoni di soprusi e aggressioni.
Compiti del terapeuta e della rete integrata
Per il terapeuta è fondamentale ascoltare la narrazione della donna, offrendo uno spazio non giudicante e protetto in cui essapossa esplorare senza tema le opzioni che ha a disposizione. Il terapeuta deve anche valutare sistematicamente il rischio effettivoa cui la donna vittima di violenza è sottoposta, così come le risorse contestuali (rete sociale, supporti, autonomia economica, alloggio sicuro) concretamente attivabili. Creare alleanze con i servizi sociali e legali e con i centri antiviolenza è ciò che permette un’efficace integrazione fra interventi individuali, familiari e di comunità. Va sottolineato che potenziare l’autonomia della donna e la sua rete protettiva è centrale per un concreto ed efficace supporto che mira a salvaguardare il benessere psicoemotivo ma anche la salute fisica della vittima.
Prevenzione e cambiamento culturale
La prevenzione primaria, imprescindibile per avviare una trasformazione concettuale nei confronti della violenza, passa attraverso il canale educativo: genitorialità consapevole, modelli di conflitto non violento, rispetto nelle relazioni affettive sono nodi centrali per una significativa diminuzione dei fenomeni di violenza di genere. Il modello sistemico – familiare favorisce un cambiamento culturale che non è limitato all’individuo: la comunità, le istituzioni, le organizzazioni sociali hanno, infatti, un ruolo importantissimo nella trasformazione delle norme che legittimano o tollerano la violenza. In questo senso, la psicoeducazione e gli interventi per la gestione del conflitto, nonché quelli per potenziare un modo di comunicare efficace e rispettoso, possono contribuire a decostruire la “normalizzazione” della violenza di genere e a costruire, invece, ponti di ascolto, rispetto e uguaglianza.
Adottare un approccio sistemico‐relazionale nella presa intrattamento della violenza contro le donne significa, quindi,intervenire non soltanto sul trauma individuale, ma anche sul contesto che lo sostiene e lo alimenta. Significa promuovere empowerment, scelta informata, collaborazione interprofessionale, rispetto della cultura e dell’autonomia della donna.
Riferimenti bibliografici:
García-Moreno, C. et al. (2005). WHO Multi-Country Study on Women’s Health and Domestic Violence, World Health Organization. https://www.who.int/publications/i/item/924159358X
Heise, L. L. (1998). Violence Against Women: An Integrated, Ecological Framework, Violence Against Women, 4(3), 262–290. https://doi.org/10.1177/1077801298004003002
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