L’importanza delle emozioni

Il termine “emozione”, tanto utilizzato nei più ampi contesti anche nel linguaggio
comune, proviene dal latino emovère, che ha proprio il significato di “smuovere”,
quindi di “far venire alla luce”, di “far uscire”. Fin dall’antichità l’uomo si è
interrogato sul proprio mondo emotivo, su dove risiedessero i moti dell’animo di cui
faceva esperienza e molte sono state le risposte che prima la filosofia e poi la
psicologia hanno offerto nel corso del tempo. Oggi sappiamo che le emozioni, anche
quelle considerate ingenuamente negative (e che sono sicuramente spiacevoli da
provare), hanno, invece, funzioni adattive: ci avvertono di una potenziale minaccia, ci
aiutano a capire cosa ci fa stare bene e cosa ci può danneggiare, cosa ci piace e cosa
disprezziamo, attivano i nostri comportamenti (di protezione, di attacco, di fuga, di
avvicinamento ecc.) e sono indispensabili per la comunicazione interpersonale e per
il funzionamento dell’empatia. Senza entrare emotivamente in sintonia con l’altro,
infatti, come potremmo immedesimarci nel suo stato d’animo e condividere quello
che sta provando?
Le emozioni di base (rabbia, paura, tristezza, gioia, sorpresa e disgusto) sono innate
e presenti in tutti gli esseri umani con espressioni facciali ben definite e
immediatamente riconoscibili. Occorre tener presente, però, che esistono delle
differenze interculturali (Ekman &; Friesen, 2007) per quanto riguarda le display
rules, cioè le norme sociali di esibizione delle emozioni, che possono essere diverse
da cultura a cultura e che vengono apprese in seno alla propria; quindi, la competenza
nel riconoscimento delle espressioni facciali emotive, per quanto già presente
precocemente, si affina crescendo nel proprio ambiente e ognuno di noi impara ciò
che è adeguato o non opportuno mostrare in pubblico nella propria cultura di
appartenenza. In ogni caso, saper gestire le proprie emozioni, esserne consapevoli e
saperle riconoscere, verbalizzare, accettare e, infine, regolare, è di fondamentale
importanza per la propria autostima, per il proprio senso di self-efficacy, ma,
soprattutto, per essere efficaci nella gestione delle proprie relazioni familiari,
lavorative e sociali, nonché per attivare comportamenti adattivi nella risoluzione di
problemi e nel superamento delle difficoltà della vita quotidiana. La sola razionalità
non basta per “fare la scelta giusta”: bisogna saper ascoltare anche il proprio stato
emotivo.
Le emozioni, insieme alla motivazione, intesa come ciò che ci spinge a perseguire un
determinato obiettivo, influenzano anche l’apprendimento, quindi, una buona riuscita
nel percorso scolastico e accademico (pensiamo, ad esempio, a quanto è importante
per uno studente saper gestire l’ansia in vista di verifiche, interrogazioni o esami e
mantenere un’appropriata motivazione intrinseca), così come possono avere un peso
determinante nella scelta della carriera professionale o nello svolgimento dei propri

compiti in ambito lavorativo (pensiamo a chi sceglie una carriera artistica oppure a
chi sente di avere una forte inclinazione verso lo sport, lo studio, il volontariato…)
Da tutto quanto abbiamo appena elencato appare manifesto come tutti gli aspetti
della nostra vita quotidiana siano grandemente influenzati dalla nostra capacità di
provare emozioni e sentimenti. Lo sviluppo emotivo, però, non sempre procede in
maniera armoniosa: possono, infatti, verificarsi eventi traumatici o luttuosi in grado
di impattare in maniera saliente sul mondo emotivo dell’individuo in crescita. Per
poter riparare ad eventuali traumi o eventi destabilizzanti ed imparare ad utilizzare in
maniera adattiva le proprie emozioni e a comprendere meglio quelle degli altri,
qualche volta è opportuno rivolgersi a un professionista del benessere psicologico
perché una gestione maladattiva del proprio vissuto emozionale può provocare
disagio, sofferenza, disturbi d’ansia e ritiro sociale, con ripercussioni importanti
anche nella sfera professionale.
La terapia ad indirizzo sistemico-familiare, che prende in considerazione l’individuo
con le sue relazioni sociali, in primis la famiglia come sistema aperto e in continuo
cambiamento, può essere di grande aiuto nel caso di problematiche emotive irrisolte.
Accogliendo, infatti, l’intero nucleo familiare, il terapeuta sistemico-familiare facilita
la ristrutturazione di tutto il sistema e favorisce il cambiamento che porterà ad un
nuovo equilibrio, più adattivo, del mondo emotivo dei suoi componenti.
Il benessere emotivo è un diritto di tutti!

Per informazioni o consulenze:
cell. 328.7623328
Oppure inviare una mail a: studio@barbaracalcinai.it

Riferimenti bibliografici:
Calcinai, B. &; Savelli, L. (2021). Pensieri quasi quotidiani di una psicologa sulla
famiglia. Wondermark (reperibile su Amazon, IBS e la Feltrinelli).
Ekman, P. ; Friesen, W. (2007). Giù la maschera – come riconoscere le emozioni
dall’espressione del viso. Firenze: Giunti.

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