Arianna e il filo

Come ogni anno la città di Atene doveva offrire in tributo al re di Creta, il crudele Minosse, 7 giovinetti e 7 fanciulle che sarebbero poi stati dati in pasto al Minotauro, mostro metà uomo e metà toro, senza pietà. Che fare? Il giovane Teseo, figlio del re di Atene decise coraggiosamente di veleggiare verso Creta con alcuni prodi compagni e uccidere il mostro, per far cessare una volta per tutte quei cruenti sacrifici. Arrivato a Creta, però, Teseo scoprì che l’essere mostruoso viveva in un labirinto da cui fuggire era impossibile, perché così intricato che trovare l’uscita e sfuggire alle fauci del Minotauro era un’impresa disperata. Nonostante Teseo e i suoi compagni passassero tutta la notte a riflettere su come poter entrare e uscire da quell’antro buio e letale, non riuscirono a venire a capo di nulla e già disperavano di portare a fine con successo la loro coraggiosa impresa. Fu allora che venne in aiuto dell’afflitto Teseo, la bellissima Arianna, principessa di Creta e figlia del crudele Minosse. La giovane, infatti, invaghitasi dell’eroe ateniese, offrì a Teseo un gomitolo di filo:

“Se lo legherai all’entrata del labirinto e lo srotolerai dietro di te lungo il percorso, poi guadagnerai facilmente l’uscita.” Ella disse sorridendo allo stupefatto eroe. Così fu, e Teseo poté uccidere il mostro rinchiuso nel dedalo infernale e liberare la città di Atene dal giogo del re di Creta.

Il mito di Arianna e Teseo prosegue, ma a noi interessa questa prima parte della storia, che forse è anche la più conosciuta. Come tutti i miti dell’antica Grecia, anche questo può essere analizzato su più livelli. Anche in questo caso, per esempio, abbiamo come protagonisti due giovani che si innamorano a prima vista. Cosa li spinge l’uno nelle braccia dell’altra? La reciproca avvenenza? O forse il fascino dell’esotico, del nuovo, dello “straniero”? Ci si potrebbe anche chiedere cosa spinge Arianna ad aiutare Teseo contro suo padre e la sua città… l’amore, viene subito da rispondere. Ancora una volta la forza motrice del comportamento è questo sentimento insondabile, inafferrabile, inesprimibile a parole ma capace di gesti eclatanti, subitanei, impulsivi, immediati (nel senso di non mediati dalla ragione). Arianna vuole aiutare Teseo perché si è innamorata di lui e questo sentimento fa impallidire tutto il resto (l’amore per i suoi genitori, la lealtà verso la sua città, la sicurezza del suo popolo, la sua stessa incolumità…); eppure questa spiegazione non ci soddisfa del tutto. Arianna è giovane, un’adolescente; suo padre è crudele e certamente dispotico anche con lei… dunque, Arianna non potrebbe agire così impulsivamente proprio per il desiderio di ribellarsi all’autorità genitoriale, per affermare se stessa e la propria indipendenza? Gli adolescenti necessitano di mettersi in opposizione alle figure adulte di riferimento, che siano i genitori o gli insegnanti, perché devono trovare la loro strada e una nuova identità che sia una sintesi armoniosa di quanto assimilato dalla famiglia, delle loro nuove esperienze di vita, delle loro inclinazioni, dei loro talenti e delle loro risorse. Crearsi un’identità matura e solida, benché flessibile, può essere un percorso lungo, a tratti doloroso e certamente destabilizzante per l’individuo. Di sicuro l’adolescente ha bisogno di un periodo di moratoria, che gli permetta di sperimentare, provare, sbagliare, cambiare e anche tornare indietro, se necessario.

Ma il mito di Arianna ci dice più di questo, se leggiamo bene. Ci parla anche delle nostre capacità di problem solving. Infatti, che cos’è il filo che offre a Teseo se non un’ingegnosa ma semplice soluzione a un problema apparentemente insormontabile? Teseo e i suoi compagni trascorrono una notte insonne a lambiccarsi il cervello per capire come poter entrare e uscire da un posto che sembra sinonimo di morte certa, eppure non riescono a “vedere” la semplice soluzione che, invece, per Arianna è così chiara. Quante volte, anche noi ci ritroviamo come Teseo a rimuginare senza ottenere nulla? Cos’ha, Arianna, che manca a Teseo per trovare la soluzione? Se ci pensiamo bene, il vantaggio di Arianna sta tutto nel suo “distacco” dal problema. Lei vuole aiutare Teseo, certo, ma non è ateniese e non ha sulle spalle la responsabilità della morte di 14 giovanissimi… ecco che questo distacco l’aiuta a ragionare più lucidamente e in maniera più flessibile e creativa, individuando una soluzione semplice ed efficace laddove sembrava non essercene alcuna. Che fare, allora, quando un problema ci appare insormontabile o troppo difficile per noi? Smettiamo di rimuginare (la ruminazione assomiglia al pensiero ossessivo e ha poco a che fare con il pensiero razionale), ricentriamoci in noi stessi e cerchiamo di osservare il problema da un’altra angolatura, utilizzando le nostre risorse creative e intuitive.

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