Il disturbo da alimentazione incontrollata (DAI) si caratterizza per la perdita di controllo rispetto alla quantità di cibo assunta e per lo stato di trance emotivo in cui la persona si viene a trovare quando mangia.

Le cause sono molteplici e riguardano varie sfere, tra cui anche quella sociale come: aumento dell’obesità, eccessiva disponibilità di cibo, immagine corporea collegata alla magrezza a tutti costi ecc.

Secondo il DSM devono essere contemporaneamente presenti i seguenti criteri per la diagnosi di questo disturbo:

– mangiare in un periodo di tempo preciso (per esempio, 1 ora) quello che la maggior parte delle persone mangerebbe in un giorno intero.

– sensazione di perdita di controllo.

Gli episodi sono associati a 3 o più dei seguenti sintomi:

– mangiare molto rapidamente;

– mangiare fino a “scoppiare”;

– mangiare tanto anche se non si è affamati;

– mangiare da soli e di nascosto;

– sentirsi in colpa e arrabbiati verso se stessi.

In questo disturbo non sono presenti comportamenti compensatori (vomito, diuretici, esercizio fisico importante ecc.)

Il DAI si manifesta almeno 2 giorni la settimana per periodi di almeno 6 mesi.

Lo stato di “trance alimentare” è così descritto da Fairburn: gli individui provano uno stato di forte ansia, eccessiva agitazione anche motoria e uno stato di alterazione “come se non fossero loro ad abbuffarsi”.

Le abbuffate possono anche avvenire mentre la persona fa altro: per esempio, esempio guardare la televisione, ascoltare musica ecc.

Generalmente i cibi assunti sono quelli proibiti, quelli che durante la settimana vengono tolti dalla propria dieta. Le calorie assunte durante un’abbuffata sono in media 1500, mentre gli altri pasti sono molto controllati (circa 300 calorie). La maggior parte dei soggetti con DAI è in sovrappeso o francamente obeso, spesso sono presenti oscillazioni di peso e un’alimentazione caotica.

L’adipe e il grasso diventano una scusa per non sperimentarsi in nuove relazioni e stare in contatto con le proprie emozioni. In realtà, questa soluzione illusoria alla paura di intraprendere relazioni significative, porta la persona ad isolarsi sempre più minando cosi l’autostima.

Cosa si prova prima dell’abbuffata?

– ansia e sensazioni negative;

– dieta ipocalorica che porta a privazione e restrizione;

– noia;

– solitudine;

– vuoto;

– abuso di alcool;

– sensazione di perdita di controllo (del proprio peso, delle proprie relazioni, del proprio tempo, della propria capacità di alimentarsi seguendo i propri bisogni fisioligici).

… E dopo?

Dopo fuggevoli emozioni positive, subentrano: depressione, disgusto, senso di colpa, vergogna e isolamento.

I segnali dell’abbuffate si notano in giro per casa: buste vuote, scorte terminate, biscotti nascosti in armadi e letti ecc.

I genitori dovrebbero prestare attenzione al comportamento alimentare dei propri figli.

Chiedendo supporto, uscirne è possibile.

 

La casa delle bambine che non mangiano – Laura dalla Ragione