LA COPPIA E I SUOI RAPPORTI CON LE FAMIGLIE DI ORIGINE

… Si rendeva conto di suonare agli orecchi degli altri come la classica suocera rompiscatole a cui non va mai bene niente, ma non poteva fare a meno di pensare che avrebbe preferito un altro tipo di donna per suo figlio. Una persona matura, con la testa sulle spalle, che se la sapesse cavare in ogni situazione. Una vera compagna, insomma… non quella specie di gattamorta tutta moine e lamentele! Quando gliel’aveva presentata, era rimasta di sasso: come aveva potuto, suo figlio, con l’educazione che aveva ricevuto, scegliere una donna così?

… Farsi accettare da quella famiglia sembrava l’impresa impossibile! Non c’era mai niente che andasse bene, niente che fosse all’altezza… era come un circolo esclusivo di cui non potevi entrare a far parte se non possedevi i giusti requisiti. Peccato che questi requisiti sembrassero cambiare a ogni folata di vento! La sua pazienza stava davvero per esaurirsi: si era mostrata docile, arrendevole, comprensiva, allegra, disponibile… non era servito a niente. Ora avrebbe fatto di testa sua, avrebbe risposto per le rime e se ne sarebbe infischiata dei loro commenti. E se lui non l’avesse seguita in questo suo nuovo modo di comportarsi, beh, peggio per lui…

Il grande passo è avvenuto: la relazione romantica intrecciata qualche tempo prima è ufficialmente diventata una “storia seria” e lui e lei si sono finalmente presentati a vicenda i rispettivi genitori (e fratelli, sorelle, zii, zie, nonni e nonne), come a ratificare un sentimento e un legame che si vuole sperare longevi nel tempo. “Che c’è di male?” viene naturale chiedersi “E’ normale voler presentare il proprio partner alla propria famiglia, voler condividere la propria felicità.” È naturale, certo, ma spesso si dà per scontato che tutto andrà per il meglio, che il nostro amato partner sarà accolto a braccia aperte all’interno della nostra più o meno numerosa famiglia e che tutto filerà liscio come l’olio, quando invece, più spesso di quanto non si creda, le cose non vanno poi così bene… anzi qualche volta si trasformano proprio nel copione di una specie di film surreale. Ma perché accade tutto questo? Quali dinamiche s’innescano quando le famiglie di origine si trasformano per la giovane coppia in una specie di incubo da cui sembra impossibile svegliarsi? Per prima cosa, bisogna tener conto che entrambi i partner “entrano” nella storia d’amore con il loro bagaglio di esperienze emotive pregresse, più o meno dolorose e potenti, molte delle quali hanno a che fare con i rapporti intrattenuti in seno alla famiglia d’origine con le figure genitoriali e con le altre figure significative (fratelli e sorelle, nonni e nonne ecc.) nell’infanzia e nell’adolescenza; se queste esperienze passate non hanno trovato nel tempo una risoluzione adattiva ai conflitti, ecco che andranno a influenzare in maniera più o meno importante la vita che la neo coppia va costruendo, di fatto portando all’emergere di un vero e proprio “stato di crisi”. In secondo luogo, anche se i due partner hanno entrambi alle spalle un passato familiare sufficientemente sereno, quando i due s’incontrano, vengono a incontrarsi anche due diversi universi familiari con modi di pensare, tradizioni, rituali e miti che possono anche essere molto distanti. Le difficoltà si accrescono ulteriormente se uno o entrambi i partner non si sono sufficientementeaffrancati” dalla propria famiglia di origine, subendone di fatto completamente l’influenza, per esempio lasciando che i nonni si occupino indebitamente dell’educazione dei nipoti o permettendo che critichino in maniera neppure tanto velata il comportamento del partner o il suo modo di gestire i figli o addirittura di conversare, abbigliarsi ecc. Quando all’interno della coppia si manifesta un “problema di lealtà”, cioè quando uno o entrambi i partner provano una sorta di dissidio interno quando si tratta di scegliere “da che parte stare”, ecco che la crisi tra i due membri è inevitabile e si va incontro ad accuse, recriminazioni e rancore. Lo svincolamento dalla dipendenza familiare è un processo che si accentua durante la fase dell’adolescenza ma che continua anche in età adulta e che in realtà non riguarda soltanto i figli, bensì anche i genitori. Come i figli, infatti, vanno alla ricerca della propria indipendenza economica ed affettiva dalla propria famiglia, così i genitori devono imparare a “lasciar andare” i propri figli finalmente adulti e a rispettarli per ciò che hanno scelto di essere. Non saper accogliere all’interno della propria famiglia il partner del proprio figlio o figlia può significare che non si tollera il distacco dalla propria prole, che non si sopporta di non esserne più l’unica o principale figura di riferimento per l’accudimento, la cura e la sicurezza. Da parte dei membri della neo-coppia che si appresta alla creazione della propria famiglia, e quindi di una propria quotidianità, di proprie routine, tradizioni e rituali, è importantissimo imparare a mettere e a far rispettare dei confini che non devono essere oltrepassati dai familiari in maniera indebita. Si tratta di confini che non dovrebbero essere totalmente permeabili, né troppo rigidi (e quindi invalicabili), ma adeguati a salvaguardare l’intimità di coppia, così come a rispettare i vincoli affettivi di parentela con le famiglie d’origine.

Non sempre è possibile che la neo-coppia riesca in maniera soddisfacente a stabilire dei buoni confini, ecco che allora può rendersi necessario un percorso terapeutico di accompagnamento verso l’affrancamento dalle pregresse dinamiche familiari, nell’ottica di ritrovare una buona intesa con il proprio partner e una buona armonia di coppia.

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