PAURA DEL CAMBIAMENTO
… Seguire la solita routine le dava sicurezza, stabilità in un mondo instabile e inaffidabile. Il lavoro dal lunedì al venerdì, la palestra il martedì e il giovedì alle 18, il cinema il venerdì sera, la pizza il sabato e il pranzo dai genitori la domenica. Tollerava pochissimi scostamenti dalle sue abitudini e, quando capitava, le entrava addosso il malumore. La sua vita era ordinata e ne era soddisfatta. Certo, non poteva dire che fosse una vita molto emozionante, ma era proprio questo il punto! Lei non voleva emozionarsi! In un mondo di esibizionisti che non vedevano l’ora di vomitare addosso al mondo ogni più piccola sfumatura emotiva, lei ambiva al controllo totale, al decoro, alla dignità e all’eleganza. Le emozioni erano decisamente sopravvalutate!
… la routine lo stava lentamente uccidendo. Il lavoro, lo sport, la famiglia. Aveva bisogno di una dose di avventura, di novità. Di qualcosa che gli scombinasse tutti i piani e mandasse all’aria tutti i suoi bei progetti. Perché raggiungere gli obiettivi che si era prefissato gli dava soddisfazione, sì, ma lo faceva anche sentire in gabbia: di sé stesso e della propria disciplina. Era nato libero e curioso. Voleva esplorare, vedere, fare e disfare. Non poteva rinchiudersi, non poteva obbligarsi alla coerenza. Aveva bisogno di poter volare via, ovunque lo portasse il vento.
… Come trovare un compromesso tra tradizione e innovazione? Come essere in grado di evolversi pur rimanendo fedeli a sé stessi? Era già un po’ di tempo che se lo domandava e ancora non riusciva a trovare una risposta che lo soddisfacesse. Ci sarebbe mai riuscito?
Il cambiamento è trasformazione, novità, modifica del solito e dell’ovvio. È eccitazione ed entusiasmo; creatività, fantasia e apertura mentale. Eppure, qualche volta il cambiamento incute perplessità, ansia e timore. Cambiare, abbandonarsi al flusso del nuovo, per alcune persone è molto difficile. Per altri, dipende dal periodo che stanno vivendo e si barcamenano tra slanci entusiasti verso il nuovo e momenti di ripiegamento sul noto. Cambiare significa muoversi, crescere, maturare: la vita, se ci pensiamo, è una perenne trasformazione, dalla nascita alla morte; tutto quello che facciamo è trasformarci, pur rimanendo noi stessi. Naturalmente non stiamo dicendo che le tradizioni non siano importanti e non vadano preservate: sono le radici di ogni cultura, di ogni nucleo familiare. Come le tradizioni, le routine sono rassicuranti e offrono conforto, soprattutto quando siamo inquieti o attraversiamo un periodo difficile; tuttavia, quando si cristallizzano e si trasformano in rituali inflessibili finiscono per ledere lo sviluppo dell’individuo o della coppia, che finisce per “congelarsi” in un momento astorico, senza passato né futuro. Cambiare, infatti, in senso adattivo, ha il significato di evolvere, di “andare avanti “, progredire nel proprio sviluppo e lungo la propria esistenza. Si può anche tornare sui propri passi e sostare, per comprendersi meglio e avere il tempo di “sentire” di cosa abbiamo bisogno in quel preciso momento della nostra vita, l’importante è riuscire a muoversi, a non congelarsi in un eterno istante. Soltanto la morte è immobile, la vita è continuo fermento. Ma allora perché il nuovo, il diverso, lo sconosciuto fanno tanta paura? Perché siamo tutti almeno un po’ inquieti quando dobbiamo fare una scelta importante? Una considerazione generale è che quando si deve affrontare un cambiamento dobbiamo anche assumerci una quota di rischio. La responsabilità di sbagliare, di “fallire”. Accostarsi al diverso, invece, significa scoprire mondi differenti e bisogna assumersi la responsabilità della relatività della propria cultura di appartenenza ma anche del proprio modo di vivere. Per cambiare, meglio, per lasciare che le esperienze ci cambino, ci vuole coraggio, a cui vanno aggiunte curiosità e apertura. Impariamo dai bambini che vanno incontro al nuovo con fiducia. La vita è un viaggio di cui conosciamo soltanto la meta, ma non il percorso.
Per consulenze e appuntamenti
Cellulare 328 7623328
immagini Pexels